«L’interruzione delle trattative per la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Renault è una notizia che apprendo con forte rammarico perché il perfezionamento di un’intesa industriale tra i due gruppi avrebbe aperto scenari di grande prospettiva, con le integrazioni delle rispettive competenze e tecnologie, nel quadro di un’operazione che avrebbe comunque messo al centro della nuova industria della mobilità una grande impresa dalla forte identità europea.
In questo stop non hanno pesato solo le logiche industriali ma ha avuto indubbiamente un ruolo la presenza di componenti pubbliche nell’azionariato del gruppo francese, il cui peso si sarebbe diluito considerevolmente con il nuovo assetto».